domenica 9 ottobre 2011

Tutto è così vicino


Riccardo è Carioca ma vive a Roma da tre anni. Nei suoi occhi sembra avere un mondo pieno d’amore e sofferenza.

E' nel negozio di Sani che gli chiede come si trova a Roma e sul lavoro.
Gli risponde con un sorriso. Non c’è bisogno di dire altro.
Sono cresciuti entrambi in un mondo fatto di ostilità.
Entrambi sono stranieri in una terra straniera.
Sani gli porge la busta che Ricardo ogni sera consegna a Gatto.
L’Onlus per cui lavora gli ha affidato un barbone.
Si deve assicurare che mangi regolarmente e che non gli succeda niente.
Ringrazia e scappa dal suo nuovo amico.
Girando l’angolo pensa a tante cose.
Tutto sembra così vicino.
Quel quartiere racchiude tante piccole realtà.
Diverse culture si mescolano un po’ come le spezie nel negozio di Sani.
C’è il curandeiro che guarda il mondo passargli davanti.
Sembra vedere anche quello che gli altri non vedono.
Tanto misticismo.
I negozi dei cinesi sono sempre vuoti.
Tanto silenzio.
Respira a pieni polmoni, adora Piazza Vittorio.
Il semaforo è verde. Già lo vede da lontano.
Un piccolo puntino grigio, immobile.
Sempre più grande fino a prendere forma.
È Gatto. Saluta dicendo che il socialismo è un nobile ideale e per questo non ha nessuna possibilità di realizzazione nella realtà dei fatti.
Ricardo ricambia dicendo che un mondo ideale è situato nel passato, sebbene non sia mai esistito.
Gli passa la spesa.
Sono arrivate presto le stelle.
Si siede vicino a lui e insieme sfogliano il giornale.
Altri morti a Rio, altri morti nel mondo.
Tutto sembra così vicino.
Chiudono gli occhi.
Quando Ricardo li riapre il letto di stelle non c’è più.
La luce del mattino ha spazzato via quasi tutto.
Gatto russa profondamente, non vuole svegliarlo.
Passa l’autobus, gli fa cenno di aspettare.
Sale e si siede vicino al finestrino.
Guarda di nuovo il puntino grigio.
Nel vetro ci sono riflessi i volti delle persone.
C’è anche quello di una ragazza.
È Viola.

Tutto è così vicino #2


Viola guarda incuriosita le persone sull’autobus.
La notte sta per andare via e spera che con sé porti anche la sporcizia.
L’ennesimo appuntamento andato male.
Colleziona da anni oltre ai fossili di cibo anche uomini sbagliati.
Guarda le persone che sono sull’autobus.
In particolare una ragazza che sembra essersi persa oltre il vetro.
Forse è stata rapita da un pensiero.
Un piccolo grande pensiero che l’autobus porta in giro per la città.
Ha delle dolci fossette.
Si distrae e nota che nel vetro ci sono riflessi tutti i volti.
Quante diverse espressioni ma che alla fine sembrano tutti parte di un’unica catena.
Tocca a Viola, è la sua fermata.
Sale le scale di corsa, apre la porta e con un colpo secco la richiude.
Chiudendosi il mondo alle spalle.
Si spoglia e lascia scivolare tutto a terra.
Si infila sotto la doccia.
Cerca con l’acqua il viso, la testa e poi tutto il resto del corpo.
Appoggia le mani alle mattonelle fredde.
Ogni singola goccia sembra scatenare il ricordo di quel corpo.
Il corpo di Antonio sembrava nascondere qualcosa.
Si sentiva inghiottita.
Sporca e vuota come quello che la circondava.
Si avvolge nell’accappatoio.
Apre il frigo è facile trovare il caffè.
Guarda le pareti piene di locandine e poster.
Klimt, Truffaut, David LaChapelle.
Casa sua.
L’aroma invade ogni angolo.
Canotta e jeans.
Semplice e per questo bella.
Beve al volo il caffè ed è pronta per uscire.
Scende le scale, accarezza la ringhiera fino a quando non la sente andare via.
Ondeggia fino alla posta.
Si ferma lì davanti.
Accende una sigaretta.

Amore al neon



Nelle strade buie del nostro corpo
ci rincorriamo.
Una luce al neon
mi riporta alla realtà.

Un Hotel a ore,
come il nostro amore.


sabato 30 luglio 2011


Cicatrici nel sottosuolo dove passi lenti ma decisi diventano luogo dell'esistenza.

mercoledì 9 giugno 2010

Farfalla di carta


Pochi attimi bastarono e
una farfalla di carta mi volò sul cuore.
I miei pensieri iniziarono ad intrecciarsi e le emozioni, come vento sulle cose, mi travolsero.
Assopita mi chiedo se sarà lui a risvegliare i miei sensi.
Ancora ubriaca di te mi affaccio
aspettando di sentire sussurrare il mio nome.


giovedì 4 marzo 2010

Il mare in bocca




Osservata dai suoi occhi torbidi
ma belli, perché sinceri
danzo insieme alle sinuose meduse.

Mi confondo e
perdo me stessa.




giovedì 19 novembre 2009

Sola con il mio oggi


Mio domani non turbare il fiume di desiderio
che silenzioso si deposita nel labirinto del mio essere.

Perché te ne vai con il mio oggi e mi lasci sola
a contemplare la vita?

Non essere egoista,
fammi toccare l'ebbrezza del mattino
e il chiarore della sera.

Lascia soltanto che respiri per qualche minuto l'essenza delle cose.
Non chiedo altro.